LUGLIO 2007 

Osservazioni suburbane 1° puntata

Mi sembra di sentire l’aria frizzantina, tipica d'alta montagna, del tutto inadeguata al vestiario delle nostre città. Ricordo in particolare l’estate di qualche anno fa, quando, in fuga da una Torino in ebollizione, a causa dell'afa irrespirabile (merito dell’anticiclone africano), mi ritrovai quasi a battere i denti (ero in maglietta) durante una sosta a quota 2400 per la strada di Nivolet. Certo, esiste sempre il rischio di trovare un cielo non proprio ottimale, come l’anno scorso ad esempio… Alla partenza un cielo cristallino, blu scuro, si pregustava un’osservazione notturna da favola quando, all’improvviso, ecco una nebbia avvolgerci da ogni parte, “rubandoci” non solo il cielo ma anche le nostre speranze diurne; 130 km, per ritrovarsi avvolti in una cappa nebbiosa!
Il mese scorso ci siamo occupati di osservazioni in alta montagna, certamente gratificanti, per vari motivi: possiamo goderci la vista di bei panorami montani, un’uscita fuori casa fa sempre piacere e, per ultimo anche se non meno importante, si riesce finalmente a respirare dell’aria buona! Questo mese e quello successivo, ci occuperemo invece di osservazioni svolte da località meno favorevoli; cosa possiamo sperare di osservare dalla nostra postazione suburbana, oltre ai pianeti e le stelle doppie? Per osservare gli oggetti del cielo profondo, dobbiamo per forza recarci in altura? Senza voler sminuire l’importanza di una località non inquinata dalle luci artificiali, ne (cosa altrettanto importante) una postazione d’alta quota, posso rispondere che è possibile (con qualche riserva e accortezza), fruire del cielo profondo anche da località suburbane. Ho ricevuto diverse E-Mail di amici che, lamentando l’impossibilità dovuta ai motivi più disparati, di recarsi sotto i cieli non inquinati, mi chiedevano come sfruttare la propria strumentazione, a volte di prim’ordine! Avendo fatto diverse esperienze dalla mia postazione suburbana, con vari tipi di strumenti, dal piccolo (ma glorioso) 114/900, al prestigioso rifrattore apocromatico Astro-Physics da 155 mm. Ma anche con il “lussuoso” Celestron 14 e il newtoniano da 408 mm (per non parlare poi del “Bimbo”, il mostro da 508 mm) mi sento in grado di tentare almeno qualche consiglio.
Tanto per cominciare, bisognerebbe (nei limiti del possibile) cercare di raggiungere un certo adattamento all’oscurità e, sempre nei limiti del possibile, cercare di mantenerlo. Costruire, anche con del semplice cartoncino nero, un paraluce di sufficiente lunghezza, per lo strumento, utilizzando un panno nero, da avvolgere intorno alla testa durante le osservazioni. Anche un sapiente, nonché appropriato, utilizzo dei filtri interferenziali, può risultare decisivo. Ad esempio, un filtro a larga banda può aiutare a ridurre l’inquinamento luminoso (a patto di non attendersi miracoli), mentre filtri a banda più stretta (OIII, UHC) possono essere utilizzati nell’osservazione delle nebulose più brillanti, e nelle planetarie.
Nel 2002 mi ritrovai fra le mani un buon Schmidt-Cassegrain da 356 mm (C14), decisi di provare a fruttarlo anche dalla mia postazione suburbana; l’ammasso globulare M5 nella costellazione del Serpente, ben alto nel cielo, rappresentava una buona occasione per provare la buona risoluzione di questo strumento. Ma prima di occuparcene spendiamo due parole su questo globulare, curiosamente trascurato, forse perché la nostra mente “vola” su ben altri oggetti di questa categoria, come M13, M3, M10, M12 ecc. E’ più che giusto gustarsi certe autentiche meraviglie, ma anche questo globulare merita d’essere gustato e apprezzato, confrontandolo magari con i precedenti, potremmo scoprire che non sfigura affatto!
M5 è stato avvistato per la prima volta da Gottfried Kirch assieme alla moglie (Maria Margarethe), nel mese di maggio del 1702; stavano osservando una cometa quando si imbatterono in M5, che descrissero come “una stella nebulosa”. Messier lo ritrovò (indipendentemente) sempre nel mese di maggio, ma del 1764, descrivendolo alla sua classica maniera; “nebulosa rotonda senza stelle”. Fu risolto la prima volta, nell’alone, da W. Herschel. Pensiamo che le sue componenti più brillanti sono di mv 12,2, e la sua classe di appartenenza è la quinta.

Nota: ricordo brevemente che la classe di un ammasso globulare, indica il suo grado di concentrazione. Si parte dalla classe I (massima concentrazione) arrivando alla 12 (minimo). Ovviamente, per stimare la facilità o meno, nella risoluzione di un globulare assieme alla magnitudine visuale delle componenti più brillanti, bisognerà prendere in considerazione la sua classe di appartenenza.

Una caratteristica che lo contraddistingue è la sua forma ellittica (risulta allungato verso nord/est), inoltre, dovremmo ricordarcene quando lo vedremo scintillare nel campo del nostro strumento, è uno degli ammassi globulari più vecchi, la sua età stimata si colloca intorno ai 13 miliardi di anni! Anche le sue dimensioni reali non scherzano, la luce impiega ben 165 anni (ho trovato altre stime di 125/130 a.l.) ad attraversarlo da una parte all’altra; dista ben 24.500 anni luce, si tratta insomma di un oggetto colossale.
La conoscenza di ciò che osserviamo non può che impreziosire l’osservazione in se stessa, o almeno è quello che capita al sottoscritto, oramai fin dal lontano dicembre del 1981, da quando fu “rapito” dalla scienza del cielo. Per risolverne l’alone basta anche uno strumento dal diametro di 100 mm o anche meno, a ingrandimenti sostenuti, durante una serata dal seeing discreto. Osservato con diametri generosi diviene decisamente maestoso (si veda la mia descrizione con il “Bimbo” del mese di giugno 2004). Osservando M5 con il catadiottrico da 356 mm, dalla mia postazione suburbana, nel mese di luglio del 2002 (15 km dalla città di Torino), approfittando di una buona trasparenza atmosferica e del fatto che erano appena cessati i cosiddetti “venti di caduta” (foehn), ne riporto la seguente descrizione; “95X – lo risolvo praticamente fino al nucleo, c’è una stellina di colore giallo, di mv 5,4 (var.) posta a circa 23’ verso sud/est, che non arreca disturbo. 275X – meraviglioso! Comincio a notare la colorazione delle componenti esterne. 623X - visione incredibile; completamente ‘spappolato”. Questa osservazione si riferisce a un ammasso globulare, una categoria di oggetti celesti cosiddetti “non stellari” che risente meno di un cielo inquinato. Il prossimo mese ci occuperemo di oggetti un po’ più delicati…
Buone osservazioni.

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