Settembre 2010
 

Tentar non nuoce
 

 

Questo mese vorrei condividere con voi una questione a me cara: l’osservazione suburbana. Chi mi legge sa che – normalmente – mi reco in quota per le osservazioni del cielo profondo (condizione necessaria per sfruttare appieno il mezzo metro), ma nell’appena trascorso mese d’agosto, ho potuto riconciliarmi con un’attività più “casalinga” (anche se le escursioni in quota, non sono certo mancate!).


Complice anche alcune belle (e fresche) nottate di foehn, che di tanto in tanto spazza la pianura, arrecando, oltre che l’innegabile refrigerio dall’afa soffocante, anche un cielo cristallino.
Approfittando di queste condizioni, mi son dato alla “pazza gioia”, utilizzando il mio “piccolo” apo da 120 mm (S/W), che si è rivelato uno strumento eccellente da utilizzare in simili circostanze (vedremo tra poco qualche sorpresa).

La prima meraviglia, giunge dalle costellazioni del Sagittario e dello Scorpione, una vera e propria manna, per gli osservatori del cielo profondo, tanto ricche da donare oggetti brillanti, che sembrano invitare anche l’osservatore suburbano.
Dicevo, la prima sorpresa, giunge praticamente a ridosso dell’orizzonte (una decina di gradi appena): l’ammasso aperto M7. Tanto basso (da rasentare gli ultimi piani di palazzine poste nei dintorni), ma anche tanto contrastato e ricco di stelle brillanti e colorate! “34X – condensato verso il centro, da dove si dipartono due catenine di stelle rossicce … “. Decisamente appagante M6 (ammasso farfalla, o scrigno di diamanti), posto 3,5° più a nord, che dava giusto risalto al suo nick: “69X – appare più addensato del precedente [M7], si apre a farfalla e le sue componenti più brillanti mostrano alcune tinte cromatiche”.
Fin qui nulla di strano, gli oggetti in questione sono abbastanza brillanti da dare soddisfazione (quando osservati) anche da località suburbane moderatamente inquinate (dalla mia postazione, al momento di queste osservazioni la Via Lattea non era nemmeno intuibile!).


Cosa succede volendo provare oggetti più fiochi? E qui giunge la vera sorpresa: planetarie dal piccolo diametro, o ammassi globulari sparsi in direzione del centro della nostra galassia, cominciano a “saltar fuori” dal fondo cielo, complice la buona trasparenza e il diametro – non trascurabile – di questo splendido apocromatico.
24’ a nord/ovest di Alnasl (gamma Sagittarii), si trova una magnifica coppia di ammassi globulari: NGC 6528/6522 – mv 9,5/8,3. La mia domanda era: riuscirò almeno ad annusarne la presenza? Eccone le descrizioni: “69X+DS – visione magnifica; si osservano entrambi come due ‘occhietti’ di tenue luce, entrambi mostrano una regione nucleare appena più brillante [con un tenuissimo alone, quasi inapprezzabile], che bella soddisfazione!”.
Concludo con la nebulosa planetaria NGG 6565, ancora nel Sagittario (mv 11,6 – dim. 23”); “69X+UHC – emerge abbastanza timidamente dal fondo cielo ma, dopo un’attenta disamina della zona dov’è sita, la si nota con la visione categoricamente distolta, molto piccola ‘lampeggiare’, 2’ a est di due stelline di undicesima mv”.
Mi fermo qui, anche perché la lista potrebbe risultare piuttosto lunghetta (in due o tre sere di attività ho osservato un buon numero di oggetti celesti).


Concludo con una riflessione: qual è una delle soddisfazioni per chi osserva il cielo profondo? Certamente, riuscire a identificare oggetti celesti distanti ed eterei, che testimoniano la loro presenza, con una fioca luce, che giunge dalle remote profondità dello spazio … campi stellari vasti, stelle colorate e una sana sfida con la nostra capacità di vedere. Tutti questi parametri, non sono forse stati rispettati dalle osservazioni di cui sopra?
Non cediamo così tanto facilmente agli impedimenti di un inquinamento luminoso, che non fa altro che dimostrare quanto insensibile e poco informato sia questo cosiddetto “uomo civile”!
 

 


 


 

 

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