Questo mese
vorrei condividere con voi una questione a me cara: l’osservazione
suburbana. Chi mi legge sa che – normalmente – mi reco in quota per le
osservazioni del cielo profondo (condizione necessaria per sfruttare appieno
il mezzo metro), ma nell’appena trascorso mese d’agosto, ho potuto
riconciliarmi con un’attività più “casalinga” (anche se le escursioni in
quota, non sono certo mancate!).
Complice anche alcune belle (e fresche) nottate di foehn, che di tanto in
tanto spazza la pianura, arrecando, oltre che l’innegabile refrigerio
dall’afa soffocante, anche un cielo cristallino.
Approfittando di queste condizioni, mi son dato alla “pazza gioia”,
utilizzando il mio “piccolo” apo da 120 mm (S/W), che si è rivelato uno
strumento eccellente da utilizzare in simili circostanze (vedremo tra poco
qualche sorpresa).
La prima meraviglia, giunge dalle costellazioni del Sagittario e dello
Scorpione, una vera e propria manna, per gli osservatori del cielo profondo,
tanto ricche da donare oggetti brillanti, che sembrano invitare anche
l’osservatore suburbano.
Dicevo, la prima sorpresa, giunge praticamente a ridosso dell’orizzonte (una
decina di gradi appena): l’ammasso aperto M7. Tanto basso (da rasentare gli
ultimi piani di palazzine poste nei dintorni), ma anche tanto contrastato e
ricco di stelle brillanti e colorate! “34X – condensato verso il centro,
da dove si dipartono due catenine di stelle rossicce … “. Decisamente
appagante M6 (ammasso farfalla, o scrigno di diamanti), posto 3,5° più a
nord, che dava giusto risalto al suo nick: “69X – appare più addensato del
precedente [M7], si apre a farfalla e le sue componenti più brillanti
mostrano alcune tinte cromatiche”.
Fin qui nulla di strano, gli oggetti in questione sono abbastanza brillanti
da dare soddisfazione (quando osservati) anche da località suburbane
moderatamente inquinate (dalla mia postazione, al momento di queste
osservazioni la Via Lattea non era nemmeno intuibile!).
Cosa succede volendo provare oggetti più fiochi? E qui giunge la vera
sorpresa: planetarie dal piccolo diametro, o ammassi globulari sparsi in
direzione del centro della nostra galassia, cominciano a “saltar fuori” dal
fondo cielo, complice la buona trasparenza e il diametro – non trascurabile
– di questo splendido apocromatico.
24’ a nord/ovest di Alnasl (gamma Sagittarii), si trova una magnifica coppia
di ammassi globulari: NGC 6528/6522 – mv 9,5/8,3. La mia domanda era:
riuscirò almeno ad annusarne la presenza? Eccone le descrizioni: “69X+DS –
visione magnifica; si osservano entrambi come due ‘occhietti’ di tenue luce,
entrambi mostrano una regione nucleare appena più brillante [con un
tenuissimo alone, quasi inapprezzabile], che bella soddisfazione!”.
Concludo con la nebulosa planetaria NGG 6565, ancora nel Sagittario (mv 11,6
– dim. 23”); “69X+UHC – emerge abbastanza timidamente dal fondo cielo ma,
dopo un’attenta disamina della zona dov’è sita, la si nota con la visione
categoricamente distolta, molto piccola ‘lampeggiare’, 2’ a est di due
stelline di undicesima mv”.
Mi fermo qui, anche perché la lista potrebbe risultare piuttosto lunghetta
(in due o tre sere di attività ho osservato un buon numero di oggetti
celesti).
Concludo con una riflessione: qual è una delle soddisfazioni per chi osserva
il cielo profondo? Certamente, riuscire a identificare oggetti celesti
distanti ed eterei, che testimoniano la loro presenza, con una fioca luce,
che giunge dalle remote profondità dello spazio … campi stellari vasti,
stelle colorate e una sana sfida con la nostra capacità di vedere. Tutti
questi parametri, non sono forse stati rispettati dalle osservazioni di cui
sopra?
Non cediamo così tanto facilmente agli impedimenti di un inquinamento
luminoso, che non fa altro che dimostrare quanto insensibile e poco
informato sia questo cosiddetto “uomo civile”!
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