SETTEMBRE 2007 

Osservazioni suburbane 3° puntata


Ben alta sulla nostra testa questo mese, la piccola costellazione del Delfino, possiamo osservarla approfittando di temperature più “umane”, anche se Settembre è ancora in grado di cuocerci per bene, persino in ore tipicamente serali!
Abbiamo avuto modo di vedere nei mesi scorsi che, utilizzando i dovuti accorgimenti, abbinati ad un minimo di flessibilità, è possibile godere del cielo profondo anche dalle nostre località suburbane relativamente inquinate dalle luci.
Conosco persone che, pur dotate di una certa (vasta) esperienza e, non mancando della sufficiente costanza e passione per l’osservazione visuale degli oggetti deboli (alcuni anche decisamente diafani), si rifiutano di osservare sotto cieli affetti da un minino inquinamento luminoso. Potremmo definirli i “puristi” della trasparenza! Ora, pur non scagliandoci contro questa nobile categoria (dalla quale non mi sento del tutto estraneo) bisogna ammettere che, almeno di non essere tra quei pochi fortunati (sic!) che abitano in zone non interessate dall’inquinamento luminoso, non ci si può recare sempre in alta montagna alla ricerca di cieli tersi e cristallini. Ora, se non vogliamo buttare alle ortiche il nostro fidato strumento, bisognerà cercare di minimizzare il danno provocato da questo muro di luce. Recentemente nello stabile in cui risiedo, sono state “piantate” nuove luci, con la motivazione (molto valida non c’è che dire!) che “ci sono molti drogati”. Stabilito che l’illuminazione non serve a scoraggiare chi fa uso di droghe e che, come dissi a una di quelle persone che hanno piazzato le suddette luci, “il lampione serve ad illuminare meglio la vena del drogato”, bisogna considerare che l’illuminazione, drogati a parte, serve verso il basso e non (come era successo in un primo momento dove abito) verso l’alto. Utilizzando un po’ di tatto e diplomazia, ho ottenuto che le luci, poste direttamente sotto il mio balcone, venissero schermate. Sono ben consapevole del fatto che, con questa mia azione, non ho risolto l’inquinamento luminoso, ho però contribuito a contenere almeno il danno a livello locale.
Se ognuno di noi, facesse valere un minimo di sacrosanto (e ragionevole) “diritto al buio”, potremmo proteggere, nei limiti del possibile, le nostre postazioni suburbane. Personalmente, assieme all’amico Luciano Spanu, abbiamo progettato uno schermo (spartano), che facendo uso di un telone, sistemato in maniera opportuna, ci protegge ulteriormente dall’illuminazione esterna, consentendoci un maggiore adattamento all’oscurità dalla nostra postazione suburbana. Ma torniamo alla nostra piccola costellazione del Delfino: ci sono due ammassi globulari degni di nota; uno è NGC 7006 l’altro, NGC 6934; questo mese ci occuperemo di quest’ultimo. Scoperto da W. Herschel nel settembre del 1785, si tratta di un globulare di mv 8,8, con 8,4’ appartenente alla classe 8. Le sue stelle più brillanti sono di mv 14 circa, si tratta di un oggetto abbastanza compatto e brillante. Gli oggetti compatti mantengono un favorevole rapporto segnale/rumore, anche sotto cieli moderatamente inquinati. Lo possiamo osservare anche con strumenti da una decina di centimetri che, se utilizzati a bassi ingrandimenti, lo mostreranno nelle vicinanze di una stellina arancione di mv 9,4, come un batuffolino di cotone, brillante al centro. Ingrandimenti più sostenuti ci fanno notare una dimensione angolare più grande e una regione nucleare particolarmente brillante. Siamo lontani anche da una granulazione con questa classe d’apertura. Con 200 mm d’apertura, se il seeing è buono, possiamo cominciare a vedere segni di una certa granulazione, che tuttavia stenta a trasformarsi in risoluzione. Se la serata è particolarmente trasparente è possibile notare alcune stelline emergere dalla brillante (quasi abbagliante) regione centrale. A partire dai 250 mm di diametro, possiamo cominciare a “rubare” alcune stelline al suo alone; “278X – si nota, non senza una certa fatica e con la visione distolta, una manciata di stelline proiettate sull’alone” (SC 254 mm in postazione suburbana). Strumenti dal diametro più contenuto, ma di configurazione ottica differente, possono regalarci visioni inaspettate per diametri non molto grandi; “220X – con la visione distolta, cominciano a saltar fuori (timidamente) alcune stelline dall’alone, sembrano ribollire…” (apo da 155 mm i postazione suburbana). Possiamo vedere come queste due ultime descrizioni non differiscano poi di molto, in quanto, pur essendo la seconda aperture minore, l’estrema qualità del suo obbiettivo, sfruttando ottimamente la luce raccolta, riesce quasi ad eguagliare le prestazioni del primo, almeno per quanto riguarda il potere risolutivo. Inviterei chiunque possa osservare questo ammasso globulare con strumenti dal diametro vario, ma anche (eventualmente) di configurazione ottica differente, a sperimentare in prima persona le differenze e/o le affinità riscontrate direttamente all'oculare. Sono riuscito a risolvere quasi fino al nucleo questo globulare, con il mezzo metro da un sito di montagna, dove poteva rivaleggiare con ammassi ben più brillanti (M3, M13, M92) visti attraverso strumenti più modesti.
Ricapitolando, dalla nostra postazione suburbana, non solo è possibile crearsi una personale lista di oggetti celesti da contemplare e studiare a fondo, ma anche gettare le basi per un’esperienza tutt’altro che trascurabile, nell’ambito di quella difficile arte che è l’osservazione diretta del cielo.
Buone osservazioni e al prossimo mese!

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