DICEMBRE 2006 

Questa sera c’è parecchia umidità e fa abbastanza freddo, ma la voglia d’osservare è tanta quindi mettiamoci al lavoro…
Dalla mia postazione suburbana le condizione del cielo non sono delle migliori, la mv allo zenit non supera la quarta, forse nemmeno la 3,5! La costellazione della Balena è ben alta sull’orizzonte, offrendomi l’occasione di puntare la galassia M77 con il dobsoniano da 254 mm. Nonostante la trasparenza, tutt’altro che eccezionale, a 46X la galassia risalta abbastanza facilmente, osservazione facilitata dalla presenza di una stellina (GSC4699-1219) di mv 10,8 posta 1,2’ a sud/est del brillante nucleo. L’utilizzo del filtro Deep Sky migliora il rapporto segnale/rumore, permettendomi di staccarla meglio e, soprattutto, di osservare una regione nucleare più “convinta”.
Contrariamente a quanto affermato per le osservazioni visuali degli oggetti deboli, andar su con gli ingrandimenti non risulta dannoso anzi, a 92X (sempre con l’utilizzo del filtro) la galassia guadagna in luminosità – in special modo la regione nucleare – permettendomi di osservarla comodamente anche in visione diretta.
Ovviamente, condizioni di trasparenza più idonee a questo genere di osservazioni, permettono di ottenere maggiori risultati. Osservando questa bella galassia di Seyfert, sempre dalla mia postazione suburbana, con un riflettore newtoniano da 410 mm, potevo (a 77X) staccare comodamente il braccio posto a sud/ovest del nucleo; che differenza! (Si consideri anche il diametro).
Con il mezzo metro, osservando sotto un buio cielo a 1600 mt. i dettagli visibili sono fotografici, con spire perfettamente disegnate e, - alti ingrandimenti – numerosi chiaroscuri. Possiamo riscontrare una perfetta linearità di guadagno in termini di particolari, dal diametro più piccolo a quello più grande.
Quando osservo M77 non posso fare a meno di pensare che si tratta di una delle galassie più grandi presenti nel catalogo di Messier, (fu scoperta da Pierre Méchain nell’ottobre del 1780). Méchain la descrisse come una “nebulosa associata con un ammasso stellare”, forse a causa del brillante nucleo, che a bassi ingrandimenti sembra una stella doppia, assieme alla già citata GSC4699-1219. E’ incredibile pensare che ci è voluto il grande telescopio di Lord Rosse (1,82 mt) per rivelare la natura a spirale di M77, dato ancor più impressionante visto che ho cominciato a osservarne la struttura con un riflettore da “soli” 400 mm; quale differenza di lavorazione, di materiali usati per la costruzione degli specchi, lucidatura ecc… E’ eccitante pensare al fatto che, un oggetto così etereo costruisca in realtà un sistema incredibilmente vasto; ad una distanza di circa 60 milioni di anni luce, ha un diametro reale di 120/170 mila anni luce! M77 è stata classificata come una galassia di Seyfert del tipo II, costituendo l’esempio più brillante e più vicino di questa importante classe di galassie. Dal suo nucleo, gigantesche nubi di gas fuoriescono a grande velocità (almeno a 100 km/sec); pensiamo se la nostra galassia avesse simili peculiarità!
Durante la stessa sera, diressi il telescopio nella costellazione del Toro, osservando un ammasso aperto: lo strumento era lo stesso, le condizioni di cielo le medesime ma le prestazioni del telescopio su questo ammasso aperto sono risultate completamente differenti, a riprova che non tutti gli oggetti del cielo profondo vengono penalizzati nello stesso modo da condizioni non idonee. A poca distanza dalla brillante Aldebaran (3,3° a nord/est) si trova Ngc 1647, un ammasso aperto degno di nota, in fin dei conti non esiste soltanto M45 (le Pleiadi) in questa costellazione! A 42X rende bene, si vedono chiaramente 2 stelline giallino-arancioni (SAO 94110 – mv 7,4 e SAO 94112 – mv 5,9) poste a sud, quest’ultima al limite di visibilità ad occhio nudo, ovviamente sotto un cielo degno di questo nome. Dalla mia postazione suburbana non sono mai (MAI) riuscito a osservarla; mi domando a questo punto, chi può avere il diritto di togliermi il cielo stellato! Torniamo a noi.
Questo ammasso stellare a 42X riempie l’intero campo oculare, ha una forma approssimativamente sferica e le sue componenti non mostrano tanta dispersione in luminosità (range). Un aspetto interessante di Ngc 1647 è rappresentato dalla sua regione centrale, qui si vedono almeno tre coppie di stelle. Bastano 92X affinché l’oggetto debordi dal campo oculare, perdendo parte del suo fascino d’insieme, ma acquistandone - a mio avviso – uno diverso. Gli alti ingrandimenti hanno i loro difetti ma anche alcuni innegabili pregi. Ricordo una bella nottata a 1600 mt. sotto un cielo cristallino, osservando la regione del Trapezio (nel cuore dalla grande nebulosa d’Orione) a 133X con il mezzo metro. Puntai lo splendido M41 nel Cane Maggiore e, non pensando di cambiare oculare, mi ritrovai dinnanzi a uno spettacolo a dir poco magnifico; “è uno scrigno di gioielli e pietre preziose! Nella parte nord dell’ammasso c’è una stella doppia che ricorda Albireo; la principale è arancione con la secondaria azzurrina. Nella parte centrale si vedono stelle arancioni, gialle (alcune giallo oro), azzurre, bianche, giallo arancioni… Sembra scolpito”, riporto nel mio quaderno delle osservazioni. Tutto sommato, anche se perdiamo la visione d’insieme, guadagneremo in termini di profondità, che nell’osservazione del cielo profondo non fa mai male. Ma torniamo a Ngc 1647: a 92X la visione è più “piena”, il cielo più scuro con i colori delle sue stelle che risaltano maggiormente, discorso questo, che (purtroppo) non può riguardare le galassie, dove il rapporto segnale/rumore la fa da padrone. Dico "purtroppo" perché le galassie sono i miei oggetti preferiti.
La morale della serata è che, non bisogna farsi smontare da certe condizioni di cielo, a meno che (naturalmente) non siano davvero irrimediabili.

[ Home ]