Questa sera c’è parecchia umidità
e fa abbastanza freddo, ma la voglia d’osservare è tanta quindi mettiamoci al
lavoro…
Dalla mia postazione suburbana le condizione del cielo non sono delle migliori,
la mv allo zenit non supera la quarta, forse nemmeno la 3,5! La costellazione
della Balena è ben alta sull’orizzonte, offrendomi l’occasione di puntare la
galassia M77 con il dobsoniano da 254 mm. Nonostante la trasparenza, tutt’altro
che eccezionale, a 46X la galassia risalta abbastanza facilmente, osservazione
facilitata dalla presenza di una stellina (GSC4699-1219) di mv 10,8 posta 1,2’ a
sud/est del brillante nucleo. L’utilizzo del filtro Deep Sky migliora il
rapporto segnale/rumore, permettendomi di staccarla meglio e, soprattutto, di
osservare una regione nucleare più “convinta”.
Contrariamente a quanto affermato per le osservazioni visuali degli oggetti
deboli, andar su con gli ingrandimenti non risulta dannoso anzi, a 92X (sempre
con l’utilizzo del filtro) la galassia guadagna in luminosità – in special modo
la regione nucleare – permettendomi di osservarla comodamente anche in visione
diretta.
Ovviamente, condizioni di trasparenza più idonee a questo genere di
osservazioni, permettono di ottenere maggiori risultati. Osservando questa bella
galassia di Seyfert, sempre dalla mia postazione suburbana, con un riflettore
newtoniano da 410 mm, potevo (a 77X) staccare comodamente il braccio posto a
sud/ovest del nucleo; che differenza! (Si consideri anche il diametro).
Con il mezzo metro, osservando sotto un buio cielo a 1600 mt. i dettagli
visibili sono fotografici, con spire perfettamente disegnate e, - alti
ingrandimenti – numerosi chiaroscuri. Possiamo riscontrare una perfetta
linearità di guadagno in termini di particolari, dal diametro più piccolo a
quello più grande.
Quando osservo M77 non posso fare a meno di pensare che si tratta di una delle
galassie più grandi presenti nel catalogo di Messier, (fu scoperta da Pierre
Méchain nell’ottobre del 1780). Méchain la descrisse come una “nebulosa
associata con un ammasso stellare”, forse a causa del brillante nucleo, che a
bassi ingrandimenti sembra una stella doppia, assieme alla già citata
GSC4699-1219. E’ incredibile pensare che ci è voluto il grande telescopio di
Lord Rosse (1,82 mt) per rivelare la natura a spirale di M77, dato ancor più
impressionante visto che ho cominciato a osservarne la struttura con un
riflettore da “soli” 400 mm; quale differenza di lavorazione, di materiali usati
per la costruzione degli specchi, lucidatura ecc… E’ eccitante pensare al fatto
che, un oggetto così etereo costruisca in realtà un sistema incredibilmente
vasto; ad una distanza di circa 60 milioni di anni luce, ha un diametro reale di
120/170 mila anni luce! M77 è stata classificata come una galassia di Seyfert
del tipo II, costituendo l’esempio più brillante e più vicino di questa
importante classe di galassie. Dal suo nucleo, gigantesche nubi di gas
fuoriescono a grande velocità (almeno a 100 km/sec); pensiamo se la nostra
galassia avesse simili peculiarità!
Durante la stessa sera, diressi il telescopio nella costellazione del Toro,
osservando un ammasso aperto: lo strumento era lo stesso, le condizioni di cielo
le medesime ma le prestazioni del telescopio su questo ammasso aperto sono
risultate completamente differenti, a riprova che non tutti gli oggetti del
cielo profondo vengono penalizzati nello stesso modo da condizioni non idonee. A
poca distanza dalla brillante Aldebaran (3,3° a nord/est) si trova Ngc 1647, un
ammasso aperto degno di nota, in fin dei conti non esiste soltanto M45 (le
Pleiadi) in questa costellazione! A 42X rende bene, si vedono chiaramente 2
stelline giallino-arancioni (SAO 94110 – mv 7,4 e SAO 94112 – mv 5,9) poste a
sud, quest’ultima al limite di visibilità ad occhio nudo, ovviamente sotto un
cielo degno di questo nome. Dalla mia postazione suburbana non sono mai (MAI)
riuscito a osservarla; mi domando a questo punto, chi può avere il diritto di
togliermi il cielo stellato! Torniamo a noi.
Questo ammasso stellare a 42X riempie l’intero campo oculare, ha una forma
approssimativamente sferica e le sue componenti non mostrano tanta dispersione
in luminosità (range). Un aspetto interessante di Ngc 1647 è rappresentato dalla
sua regione centrale, qui si vedono almeno tre coppie di stelle. Bastano 92X
affinché l’oggetto debordi dal campo oculare, perdendo parte del suo fascino
d’insieme, ma acquistandone - a mio avviso – uno diverso. Gli alti ingrandimenti
hanno i loro difetti ma anche alcuni innegabili pregi. Ricordo una bella nottata
a 1600 mt. sotto un cielo cristallino, osservando la regione del Trapezio (nel
cuore dalla grande nebulosa d’Orione) a 133X con il mezzo metro. Puntai lo
splendido M41 nel Cane Maggiore e, non pensando di cambiare oculare, mi ritrovai
dinnanzi a uno spettacolo a dir poco magnifico; “è uno scrigno di gioielli e
pietre preziose! Nella parte nord dell’ammasso c’è una stella doppia che ricorda
Albireo; la principale è arancione con la secondaria azzurrina. Nella parte
centrale si vedono stelle arancioni, gialle (alcune giallo oro), azzurre,
bianche, giallo arancioni… Sembra scolpito”, riporto nel mio quaderno delle
osservazioni. Tutto sommato, anche se perdiamo la visione d’insieme,
guadagneremo in termini di profondità, che nell’osservazione del cielo profondo
non fa mai male. Ma torniamo a Ngc 1647: a 92X la visione è più “piena”, il
cielo più scuro con i colori delle sue stelle che risaltano maggiormente,
discorso questo, che (purtroppo) non può riguardare le galassie, dove il
rapporto segnale/rumore la fa da padrone. Dico "purtroppo" perché le galassie
sono i miei oggetti preferiti.
La morale della serata è che, non bisogna farsi smontare da certe condizioni di
cielo, a meno che (naturalmente) non siano davvero irrimediabili. |